Capita a tutti di esprimersi con frasi tipo "ho un nodo in gola", "ho un peso sullo stomaco", "ho una cosa di traverso". Queste e tante altre sono immagini metaforiche in cui le parole ci aiutano a sintetizzare ciò che sentiamo.
Perchè il nostro corpo, oltre ad ascoltarci costantemente e cercare di soddisfare le nostre esigenze, ha dei bisogni che prova a comunicare in svariati modi.
Ci aiuta ad avvicinarci o allontanarci da ciò che ci piace o meno atraverso le sensazioni e le emozioni: se proviamo paura abbiamo bisogno di prendere distanza da ciò che temiamo, quando invece proviamo gioia abbiamo voglia di avvicinarci, ad esempio.
Fosse un meccanismo così fluido sarebbe tutto molto semplice e lineare, il problema insorge nel momento in cui impariamo a considerare inappropriato o non conveniente ciò che proviamo internamente; è come se la nostra bussola si rompesse.
Ripercorrendo le tappe della nostra crescita ed andando a ritroso nel periodo dell'infanzia, può essere che siamo stati educati a diffidare dei nostri modi di essere e sentire, adeguandoci così alle aspettative del nostro ambiente di vita.
Da qui impariamo a modellarci, a cambiare, mortificando la nostra essenza, introiettiamo ad esempio che la sofferenza, proprio perchè fa star male, va negata.
Tutto questo genera la maggior parte delle volte un clima di frustrazione e malessere.
Il primo passo per uscire da questa confusione consiste nel tornare a noi stessi e permetterci di ascoltare ciò che accade nel nostro corpo.
Le sensazioni e le emozioni sono il fondamento della nostra vita, costituiscono una ricca fonte di informazioni sulle reazioni alle situazioni e nel momento in cui riusciamo ad ascoltarle ci dicono molto sui nostri bisogni, desideri, obiettivi, interessi.
Ma quando non sappiamo cosa ci sta accadendo ?
L'etimologia della parola emozione è da ricondursi al latino "emovere" che significa portare fuori, smuovere, andare verso.
Proprio nel loro spingerci ad andare verso qualcosa, le emozioni ci permettono di caricare di energia l'azione che verrà messa in atto. Così, quando proviamo più emozioni contemporaneamente, è importante contestualizzarle e trovare un oggetto per ciascuna di esse.
Se ad esempio sto provando ansia, sarò preso da un insieme di emozioni che si intersecano tra di loro.
Generalmente, in tale situazione, proprio perchè sperimentiamo una tensione indifferenziata che può risultare fastidiosa, tendiamo a distrarci, a rimandare, ma non sempre ciò è funzionale.
Proviamo invece a prenderci un momento per respirare lentamente, e dopo tre, quattro respiri iniziamo a farci alcune domande che ci aiutino a trovare un oggetto e contestualizzare l'energia sentita nel corpo.
Possiamo chiederci "chi", "cosa" suscita in noi ciascuna delle emozioni provate.
Il secondo passo da fare consiste nel chiederci cosa "fare" con ciascuna di queste emozioni per renderle maggiormente tollerabili, per gestirle e non subirle. Se ad esempio, l'ansia sperimentata prima di un esame è caratterizzata dalla paura di bocciare, dalla paura di rimanere indietro nel percorso di studi e magari di deludere le aspettative, cosa posso fare per prendermi cura di queste paure ? Cosa le può rendere maggiormente tollerabili ?
Se metto in atto questi nuovi comportamenti individuati, come immagino di potermi sentire ?
Questo è un esempio di presa di contatto con ciò che ci accade, è la base di partenza dell'ascolto di noi stessi. Può capitare che in alcuni momenti di vita ciò possa risultare difficile ed in tal caso, il terapeuta può aiutare a individuare strade per armonizzare il proprio mondo emotivo e sentirsi meglio.