Vi sono vari tipi di lutto che possono riguardare la perdita di una persona cara, di un animale, la perdita del lavoro, oppure il trasferimento imposto in un'altra città. In queste situazioni siamo catapultati nella dimensione del dolore forte e pulsante, dell'angoscia viva, della paura perchè qualcuno o qualcosa di importante per noi non c'è più.
Il lutto oltre ad essere una condizione successiva alla scomparsa, può essere anche una condizione anticipatoria che porta a sentire fortemente la perdita ancora prima che avvenga. E' ciò che accade quando stiamo vivendo accanto ad una persona che ha una grave malattia.
Possono esserci anche particolari stadi di vita che per il loro aspetto fortemente simbolico, ci riportano a lutti passati. Una figlia che ha perso la madre, ad esempio potrà sentire nuovamenente il dolore di tale mancanza, nel momento in cui diventa a sua volta madre.
Il lutto è una reazione normale ed inevitabile che necessita di tempi adeguati e processi psicologici complessi perchè ha a che fare l'elaborazione del dolore.
Nel tempo adeguiamo lo stile di vita in funzione dell'assenza, ripianifichiamo la nostra vita, ma prima di riuscire a fare tutto ciò è necessario superare delle fasi fisiologiche. Queste si susseguono anche in relazione a come è avvenuto il lutto, cosa lo ha preceduto, cosa è stato possibile fare o meno. Ci sono delle ritualità che lo rendono poi maggiormente elaborabile. Generalmente, possiamo individuare alcune fasi.
La prima fase immediatamente successiva alla perdita è quella dello stordimento; si prova un forte shock, incredulità, panico, può esserci anche la negazione di ciò che è accaduto perchè è troppo doloroso da tollerare.
La seconda fase è caratterizzata dal rendersi conto dell'assenza e dal provare struggimento, disorientamento per la perdita di un punto di riferimento. Gli stati d'animo predominanti vanno dall'impossibilità ad accettare la scomparsa all'incredulità e rabbia verso chi se ne è andato o altri considerati responsabili dell'evento. Si hanno generalmente manifestazioni somatiche quali ad esempio dolori ed insonnia.
La maggior parte delle difficoltà avvengono nel passaggio dalla rabbia alla tristezza. In questa terza fase può essere deciso in modo più o meno conscio, di chiudere la porta del malessere pensando di riuscire a tenerlo a bada, quando in realtà, così facendo, rimane in noi una manifestazione inconclusa. Come scrive Shakespiare nel Mcbeth
"Dai parole al dolore; la pena che non parla sussurra il cuore sovraccarico e lo spinge a spezzarsi"
Permettere al proprio dolore di esprimersi e liberarsi è un passo importante e fondamentale per arrivare all'accettazione e passare all'ultima fase di ridefinizione di se stesso e della situazione.
Generalmente in questa fase c'è una ripresa della progettualità e della capacità di investire sul futuro; la persona scomparsa viene ricollocata nel mondo interno del superstite e come scrive Francesetti G. si è assimilato "chi sono diventato con l'altro e chi sarò senza l'altro"; "E' l'incarnarsi della memoria dei legami, e di come essi ci trasformano e ci trascendono".
Queste fasi descritte si intersecano alla propria storia ed ai tanti "come" del lutto, rendendolo più o meno complicato da superare. Come ho scritto sopra, è importante aver cura di vedere come è avvenuto tale processo e cosa può renderlo difficile andando anche a vedere quanto è condivisibile con le persone attorno.
Se senti che ti è difficile vivere questa ultima fase e che il dolore, nonostante sia passato del tempo fisiologico, è ancora presente ed il peso della perdita è forte, puoi pensare di rivolgerti ad un terapeuta. Attraverso il lavoro sarai aiutato a trasformare, accrescere ed integrare le esperienze della relazione e della perdita all'interno del tuo sè.